Al di là del limite degli occhi tuoi
Mariapia, IV classico
Se solo esistessero parole per descrivere il frangente di uno sguardo, sarebbero sicuramente poetiche: colme di significati profondi, di simboli, di sentimento. Ma, a volte, le parole ci appaiono superflue, insignificanti. Forse è in questo vuoto enorme e incolmabile che s’insidia l’arte. Uno sguardo diviene eterno quando l’artista ne segna l’emozione più nascosta, che va sempre al di là del mortale limite di due occhi.
Cara Mariapia,
ho ripensato a questo tuo elaborato ieri, quando mi sono imbattuto in un saggio della filosofa francese Baldine Saint Girons, dal titolo L’atto estetico. In questo libro, l’autrice rovescia completamente la concezione secondo la quale il guardare è sinonimo di passività, in contrapposizione con il fare. L’atto estetico, dice Baldine Saint Girons, è un “immischiarsi”; guardare è toccare a distanza; gli sguardi sono corpo. Altro che passività.
Proprio come tu hai raccontato in questo tuo video che prende le mosse da un verso sublime del binomio Battisti-Mogol
Grazie!
Grazie Maria Pia. L’essenziale é invisibile agli occhi, scriveva Saint Exupèry. Eppure non c’è relazione senza il vedere. Anzi senza il guardare. Una delle più belle chiamate del Vangelo ci racconta che Gesù guardò quello che era chiamato ” il giovane ricco” e ci dice che , fissatolo negli occhi, lo amò. Non ci é mai stato ricordato il nome di quel giovane, ci é solo raccontato che era ricco e che non lasciò le sue ricchezze per seguire Gesù. Ma Gesù lo aveva amato fissandolo negli occhi. Come un padre, come una madre, con un amore che forse quello dai genitori mai aveva ricevuto. Gli occhi ti guidino Maria Pia a fissare la bellezza perché non le regole ma l’estetica ci salverà! Buona estate!