Il 4 novembre 1824 Leone XII, avendo trasferito, con Breve “Recolentes” del 10 aprile 1823, il Seminario Romano nei palazzi del S. Apollinare, presenziò all’inaugurazione dell’anno scolastico delle “Scuole del Pontificio Seminario Romano”. Le scuole comprendevano la facoltà teologica e filosofica e potevano conferire gradi accademici e lauree dottorali. Erano però frequentate anche da laici, forse limitatamente ai corsi inferiori di rettorica, umanità e grammatica, che Pio IX nel 1846 fece raddoppiare per venire incontro al moltiplicarsi delle domande di ammissione.
Nel 1849, durante la Repubblica Romana, il Seminario si trasferì al Collegio Romano e il Palazzo del S. Apollinare divenne sede del Ministero delle Finanze. Caduta nel luglio del 1849 la Repubblica Romana, si dovette procedere ad importanti restauri dell’edificio a causa delle gravi devastazioni avvenute. Sole nel gennaio 1850 poterono essere riaperte le scuole.
Nel 1853 Pio IX, dopo aver dotato le scuole di una ricca biblioteca, detta “pia”, con Breve “Piam doctamque” istituì la facoltà giuridica che si aggiunse agli istituti già esistenti.
Il 22 maggio 1860 ancora Pio IX concedeva, a vantaggio delle opere parascolastiche per gli alunni laici, La Chiesa di S. Giorgio al Velabro con i locali annessi, affidando la rettoria della chiesa al Direttore delle Opere spirituali della Scuola.
Il 1875 portò mutamenti di rilievo nelle scuole inferiori: le loro denominazioni “grammatica infima, inferiore e superiore” scomparvero e furono sostituite da “ginnasio”. Così scomparvero “umanità e rettorica” e fu istituito un “liceo”, parallelo al corso di filosofia. I programmi e il calendario scolastico furono conformati a quelli governativi, senza tuttavia che la scuola ottenesse alcun riconoscimento dei titoli conferiti. Ciò non impedì che gli alunni aumentassero di numero.
Pio X, con la Costituzione “In praecipuis” del 28 giugno 1913, stabilì che il Seminario Romano inglobasse in sé altri istituti e fosse diviso in Seminario Maggiore, con sede al Laterano, e Seminario Minore, con sede in S. Maria in Vaticano. Il ginnasio-liceo non rimase aperto ai laici nella nuova sede. Nella vecchia sede, cioè Palazzo di S. Apollinare, rimasto vuoto, si trasferirono i Lazzaristi della Congregazione della Missione: l’edificio venne sensibilmente trasformato per adattarlo ai nuovi usi e non si trovò posto per continuare le scuole.
Sincero fu il rammarico da parte di molte famiglie cristiane che facevano affidamento su quelle scuole per la formazione dei figli. Ma soltanto nel 1920, Benedetto XV, “romano nell’anima”, riaprì le scuole nel Palazzo del S. Apollinare di nuovo disponibile. La scuola S. Apollinare condivise i locali con la scuola serale Alessandro Volta.
Il S. Apollinare ebbe un incremento rapido: furono raddoppiate le classi del ginnasio, ma presto per mancanza di aule si dovettero limitare le ammissioni. In data 1 giugno 1929 il liceo-ginnasio ottenne il riconoscimento legale.
Nel 1924 era intanto passato sotto l’amministrazione della S. Sede: ciò permetteva di contenere le rette scolastiche e quindi di di dare una fisionomia tutta particolare al S. Apollinare rispetto agli altri istituti parificati di Roma.
Nel 1965 la Scuola lascia il Palazzo del S. Apollinare per trasferirsi provvisoriamente in un’altra zona di Roma, via Palestro, in una villetta di proprietà della Scuola Alessandro Volta.
Nel 1868-69 le Scuole del Seminario Romano Minore, con sede in viale Vaticano, ottengono il riconoscimento legale quale sezione distaccata del S. Apollinare. Nel 1970-72 tutto il S. Apollinare si trasferisce nella sede in Viale Vaticano, la sede odierna. Ma il Seminario nel 1973 inizia un corso sperimentale proprio, distinto dalla Scuola S. Apollinare. Nel 1974 l’amministrazione dei beni della S. Sede cessa di amministrare la Scuola, che deve quindi provvedere al proprio finanziamento unicamente attraverso le rette scolastiche degli alunni.
Biografia del Santo
Sant’Apollinare, protettore dell’Istituto, non va assolutamente confuso con il poeta francese Apollinaire, come spesso avviene.
Sant’Apollinare fu il primo vescovo della città di Ravenna e ne è il santo patrono.
La Passio, formata da 35 paragrafi, lo presenta come discepolo dell’apostolo Pietro, con lui venuto a Roma da Antiochia di Siria, durante il regno dell’imperatore Claudio (41-54).
Secondo il Martirologio Romano fu ordinato vescovo dallo stesso Pietro ed inviato a Ravenna. Vi esercitò l’apostolato per dodici anni ed organizzò la gerarchia seppur in mezzo a tante ostilità. Costretto ad allontanarsi a causa delle continue persecuzioni, diffuse il Vangelo tra le popolazioni dell’Emilia. Ritornò a Ravenna dove procurò parecchie conversioni ed operò vari miracoli. Questi successi gli procurarono non poche ostilità. Fu fatto prigioniero e mandato in esilio a Corinto e poi nella Tracia. Dopo tre anni poté ritornare a Ravenna, sforzandosi di rafforzare quella comunità nella fede. In seguito ad un Decreto di Vespasiano, fu processato e condannato a morte. Subì il martirio a Classe (porto militare di Ravenna) il 23 luglio, dopo 28 anni di episcopato.
Sul luogo del martirio fu eretta nel VI secolo la grande basilica in suo onore (Basilica di Sant’Apollinare in Classe). In seguito, nel IX secolo le reliquie del Santo furono traslocate nella città, nella chiesa chiamata Sant’Apollinare Nuovo. Furono ricondotte nella Basilica in Classe solo nel 1748, anno della sua riconsacrazione.
A Roma il suo culto si è diffuso molto presto. In suo onore, vicino a Piazza Navona è stata costruita un Basilica, a fianco della quale è stato costruito il Palazzo Sant’Apollinare, sede dell’Istituto fino al 1965.