Rubrica Viaggio intorno alla mia camera

Il tappeto volante

di: Martina V classico

Il-tappeto-volante Istituto Sant ApollinareTutte le forme di arte arricchiscono l’animo, permettono di evadere, almeno per un po’, dai pensieri quotidiani e hanno il potere di rigenerarci: è una verità universale che esiste da sempre e a cui ci aggrappiamo per risollevarci.

L’emergenza coronavirus ha cambiato radicalmente la nostra vita: ci fa stare in casa allontanandoci dalle nostre abitudini, ci allontana dai nostri affetti e dalle amicizie, ci fa sentire soli, ci fa sentire non capiti o comunque diversi e poco considerati.

Questo stato d’animo di solitudine è quello che sto vivendo in questo momento e che mi deprime consapevole del fatto che sto perdendo un periodo molto bello della mia vita che non tornerà mai più: le gite scolastiche, le feste dei diciotto anni, il ritrovarsi con gli amici davanti a una pizza, l’ultimo anno di scuola…

Quando penso a questo, mi rifugio nella mia stanza, dove la mia mente inizia a viaggiare tra i ricordi e i sogni.

Come nel brano musicale «Il cielo in una stanza», composto dal cantautore Gino Paoli nel 1960, considerata una delle più rilevanti espressioni della canzone d’autore italiana, la mia stanza non ha più pareti e soffitto perché la mia mente viaggia verso spazi infiniti e trasognati. La parete su cui è appeso il quadro delle mie foto non esiste più lasciando spazio alle emozioni legate ai ricordi della mia vita fino ad oggi e…… inizio a sognare.

Sul tapis roulant, accompagnata dalla musica, inizio a correre e con la mente, aldilà della finestra della stanza, sogno la libertà: mi sento libera sul surf tra le onde del mare; sugli sci tra le piste innevate; sul cavallo tra sentieri sconosciuti…