Viaggio intorno alla mia camera

Un viaggio di formazione

Sofia V linguistico

Viaggio intorno alla mia camera Istituto S.ApollinareViaggio intorno alla mia camera Istituto S.Apollinare Guardandomi intorno, uno degli oggetti per me più significativi è quello riportato qui sopra. È il quaderno della mia esperienza nell’accademia di tennis di Mouratoglou  (allenatore della tennista Serena Williams e proprietario dell’accademia) che si trova a Nizza.

Ho deciso di raccontare di questa esperienza perché l’ho vissuta all’età di appena 13 anni, più precisamente a giugno 2015 . Ero piccola e questo è stato il mio primo viaggio da sola, eravamo solo io e una mia amica di nome Michela che si allenava a tennis con me, il soggiorno era di una decina di giorni e prima di partire abbiamo dovuto compilare tantissimi fogli, siamo andati anche in questura perché eravamo entrambi minori, infatti, in aeroporto ci è venuto a prendere un signore che era il nostro accompagnatore.

Si trattava dunque di abituarsi, adeguarsi a tutt’altro tipo di stile di vita. Il numero 1312 riportato sopra al quaderno era il numero della stanza in cui stavamo io, Michela e un’altra ragazza di un’altra nazione. Si trattava quindi di parlare lingue diverse dalla nostra: francese, spagnolo, inglese…, di condividere spazi comuni come docce e bagni perché le stanze erano molto piccole e neanche troppo pulite, di allenarsi con nuovi maestri e nuovi ragazzi, di confrontarci con quest’ultimi.

Vi erano orari già prestabiliti, la sveglia presto, doppio allenamento, orario del pranzo e della cena, riunioni, una sola uscita a settimana, coprifuoco… era dunque fondamentale adeguarsi a tutte le regola e anche al tipo di cibo proposto, alcune volte quasi immangiabile, perché faceva molto caldo e gli allenamenti erano molto molto intensi.

A Roma mi allenavo 3 ore al giorno in un’accademia, quindi ero abituata a faticare, a essere ripresa, a essere messa sotto tensione, a sacrificarmi per lo sport ma quando si esce dalla comfort zone è tutto diverso. Ero da sola, se succedeva qualcosa me la dovevo cavare da sola, non c’erano mamma e papà, infatti alcune volte mi sono ritrovata ad aiutare Michela che aveva dei “momenti no”. Non so quanti ragazzi a 13 anni partirebbero per fare quel tipo di esperienza, sottolineo esperienza perché non era una vacanza, infatti purtroppo ho visto la spiaggia di Nizza solo una volta per poche ore. Era fondamentale avere tanta forza di volontà.

L’accademia era bellissima, grandissima, immersa nel verde. I due allenamenti giornalieri consistevano in atletica e tennis, e quando facevamo atletica correvamo per parti dell’accademia e ci fermavamo in degli spazi appositi a fare degli esercizi, e ad essere sincera non mi ricordo di essere riuscita a visitare l’intera struttura. Il giorno del ritorno a Roma ero malinconica, sapevo che alcuni di quei momenti e di quelle persone mi sarebbero mancate, altri momenti di meno, non nascondo arrabbiature, ansie…ma tutte cose che mi sono servite d’esperienza, inoltre quello stesso giorno ci avevano annullato l’aereo senza avvertirci, quindi siamo rimaste la notte lì e siamo ripartite il giorno dopo.

È stata un’esperienza che a me rimarrà sempre nel cuore, ricordo tutto di quel viaggio e ho deciso di raccontarlo in parte, perché quell’ esperienza insieme a tutta la mia esperienza agonistica nel tennis mi hanno fatto essere ciò che sono ora: ovvero molto determinata, precisa, tutte caratteristiche che ho proietto a scuola e nella mia vita in generale, con una testa diversa dai ragazzi della mia età. Molte volte sento ragazzi che non praticano sport io invece anche se diluvia, fanno 3 gradi fuori e ho avuto una giornata intensissima ho voglia di allenarmi e lo faccio per me stessa.

È un ricordo molto bello perché circa due anni dopo ho smesso di praticare tennis: si arriva ad un livello, ad un momento, in cui o dai la vita per quello sport o lo lasci. Con la quantità di studio del liceo non sarei riuscita a fare entrambi le cose, avrei dovuto studiare da casa ma la mia passione non era così grande da fare così tanti sacrifici. Ma ringrazio ciò che mi ha fatto diventare, anche con tutte le sconfitte, le fatiche, i pianti…il tennis fa parte di me e ne farà per sempre.